Grande attesa e curiosità da parte di aziende e operatori per l’immissione al consumo dei frutti di quella che in molti hanno definito “un’annata classica”. Classica nel senso che i produttori non hanno dovuto fare i conti con condizioni meteo complesse (come quelle del 2011 e 2012) e hanno potuto operare con maggiore serenità. Viste le temperature più miti registrate nel periodo chiave della maturazione dell’uva, è lecito attendersi dei vini di grande impatto olfattivo, oltre che di grande finezza.

L’andamento stagionale dell’annata 2013 è stato contraddistinto da un inverno piuttosto secco, non particolarmente freddo ma prolungato a cui è seguita una primavera dalla piovosità eccezionale, con temperature sensibilmente al di sotto della media.

Il mese di maggio, in particolare nella seconda metà, ha fatto registrare una piovosità fuori dalla media. Dal punto di vista delle temperature, i bassi valori hanno frenato l’accrescimento vegetativo e accentuato difformità anche nell’ambito della stessa varietà.

La fioritura è iniziata attorno alla metà di giugno, periodo caratterizzato da una situazione meteo più stabile che ha contribuito a ridurre l’irregolarità della fase vegetativa, anche se l’allegagione è stata comunque condizionata e il fenomeno dell’acinellatura è pressochè generalizzato.

I grappoli a fine giugno si presentavano già spargoli rispetto agli anni precedenti, situazione che portava a prevedere un leggero calo della produzione in termini quantitativi, ma ottima dal punto di vista qualitativo, anche in virtù della buona ventilazione degli acini.

L’inizio della vendemmia della garganega nel Soave si è riposizionato in un periodo più vicino alla tradizione e alla normalità, ovvero dal 15-20 settembre.

Per quanto riguarda le quantità, l’annata ha portato una produzione di circa 517.000 ettolitri.