New York ne è da sempre la porta e cela una sorta di mistero, una città in continuo movimento, frenetica, irrequieta e instancabile, dove il ritmo dei taxi gialli e il traffico costante non riescono a coprire il di centinaia di migliaia di persone che tutti i giorni si spostano in questa metropoli. New York, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di America.
Qui Il Soave vanta un’importante storicità con margini di crescita molto interessanti.
I produttori del Soave hanno sempre affrontato quello che oggi è il mercato più attento e ricettivo verso proposte enologiche coerenti e distintive. In tale direzione il Consorzio del Soave ha coinvolto realtà importanti come Eataly, Rana, Melotti e che hanno avvicinato un pubblico di sommelier ma anche di consumatori e ristoratori: tasting, educational per comunicatori e sommelier (nelle location più suggestive e trendy della città) presentazioni in numerosi punti vendita per spiegare le caratteristiche del Soave ai consumatori ma anche arte: ecco una importante collaborazione con Agora Gallery, spazio di riferimento internazionale per il mondo dell’arte e che condivide con il Soave la sensibilità alle tematiche di sostenibilità e attenzione all’ambiente che ha permesso di abbinare il vino bianco Italiano più rappresentativo nel Mondo anche all’arte, argomento chiave nella Grande Mela.
Questa NewYorkese è stata inoltre una occasione per incontrare buyer di settore ed operatori con cui da anni sono in atto progetti di collaborazione, al fine di misurare i risultati di quanto realizzato nei primi 5 anni di attività sul fronte della valorizzazione e soprattutto per programmare nuove, adeguate strategie per il periodo 2014 -2020. Il Soave, secondo gli operatori, dimostra una percezione in crescita importante sia nel trade che tra i comunicatori; viene infatti considerato un vino bianco italiano dalla forte personalità e si trova oggi più facilmente anche al bicchiere nei locali più trendy, non solo della East Coast.
“E’ senza dubbio il momento per differenziare con più forza il Soave dagli altri bianchi italiani –ha sottolineato Charlie Messie di Riondo USA- in particolare dal Pinot Grigio che nonostante tutto continua a crescere. Il Soave oggi è pronto, per dimensioni ed appeal, per azioni rivolte direttamente al consumatore. La qualità e l’originalità di questi vini va fatta assaggiare e la nostra azione in questo senso ci ha permesso non solo di crescere ma anche di introdurre il Soave in alcuni Stati in cui non era presente”.
“Ci sono tutte le condizioni per crescere ulteriormente e velocemente –sottolinea con ottimismo Bruno Brunetti, titolare dell’agenzia di import SantaArmosa- se si riuscirà a differenziare il Soave per quelle che sono le sue peculiarità. È un vino accessibile per il grande rapporto tra valore ed identità, è un vino originato da un vitigno ancora poco conosciuto negli States ma soprattutto l’origine vulcanica del suolo è un elemento che va ulteriormente approfondito e può essere il segreto per nuovi successi”.
Un’ulteriore testimonianza quella di Giuseppe Locascio, import manager di Winebow: “il mercato americano è molto segmentato per origine e tipologia. Italia, Francia e resto del mondo si giocano alla pari una partita quasi sempre in equilibrio. Grandi e piccole aziende si sfidano sul fronte dei prezzi e della qualità, vini bianchi e vini rossi si dividono anche dal punto di vista stagionale le tante opportunità di crescita in questo mercato. Il Soave ha vissuto una grande stagione di attenzione ed è importante per continuare a crescere che le aziende operino tutte nella stessa direzione”.
A questo punto ci si trova all’inizio di una seconda fase di percorso che permetterà di differenziare attraverso queste attività e quelle in programma per il prossimo quinquennio di differenziare con più forza il Soave dagli altri bianchi Italiani e di farlo entrare direttamente a contatto con chi davvero da sempre apprezza questi vini, il consumatore.