Si chiama Integrità il progetto che il Consorzio del Soave, assieme all’università IUAV di Venezia, e alla World Biodiversity Association, sta portando avanti per la valorizzazione delle vigne tradizionali del Soave come patrimonio agricolo globale GIAHS-FAO
Per parlare del progetto il 25 ottobre alle ore 17, presso il Giardino Musicale Dino Formaggio a Illasi è stato organizzato un convegno volto a sottolineare le implicazioni positive che scelte consapevoli e condivise possono portare a beneficio della viticoltura.
A parlarne Paolo Tertulli, sindaco di Illasi, Sandro Gini, presidente del Consorzio Tutela Vini Soave, Stefano Valdegamberi, consigliere Regione Veneto e Floriano Zambon, presidente nazionale Città del Vino. Accanto a loro, per portare le testimonianze delle opportunità in un territorio in forte crescita come quello del Soave, Roberto Soriolo, presidente di Cantina di Soave e Giovanni Verzini, vicepresidente di Cantina di Colognola ai Colli. Non solo opportunità ma anche sfide in un contesto climatico in continuo cambiamento, che ci saranno raccontate da Alberto Andriolo, tecnico agronomo della Collis Veneto Wine Group e Sergio Spada di Coldiretti Verona
Questo territorio storicizzato di collina ha avuto negli anni diversi riconoscimenti per la capacità di conservazione della viticoltura tradizionale e della biodiversità in tutta l’area. La sfida adesso è nel portare a valore questi riconoscimenti, creando anche una responsabilizzazione del viticoltore nell’essere parte attiva nella crescita e nello sviluppo territoriale.
Per questo nasce Integrità, con lo scopo di testare nuovi strumenti atti a salvaguardare e valorizzare questo patrimonio storico, paesaggistico, culturale e ambientale.
Gli obiettivi del progetto sono molteplici, sebbene correlati tra di loro; da un lato lo studio ambientale, con la realizzazione di mappature di alberature e siepi, un approfondimento di analisi statistiche relative all’impiego di varie tipologie di tutori per viti e dei relativi sistemi di allevamento e le relative influenze in chiave paesaggistica. Il tutto per valorizzare la biodiversità non solo specifica (ovvero il numero delle specie che vive in un ambiente) ma anche quella funzionale, che si traduce nel favorire insetti pronubi che sono fondamentali per l’ambiente.
Dall’altro lo studio dei manufatti in relazione sia alla conoscenza dei caratteri storici del paesaggio locale ma anche di approfondimento in chiave statistica relativo ai materiali impiegati nei manufatti in chiave agricola.
Il tutto per realizzare una carta della qualità paesaggistica del vigneto da utilizzare nella classificazione e nelle valutazioni qualitative ed economiche dei vini prodotti nel territorio della DOC. In pratica lo scopo è di creare una griglia di valori per la valutazione in fase di liquidazione delle uve, non solo basata su caratteri fisiologici dell’uva, ma anche sulle caratteristiche del vigneto stesso, per incentivare i viticoltori a una maggiore consapevolezza delle proprie azioni
«Quello del Soave si può considerare uno dei Consorzi più dinamici in Italia – spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio – I progetti che sta portando avanti guardano al futuro con fiducia e pianificazione di un territorio che riesce a superare piccole e grandi sfide trasformandole in opportunità, segno di forte responsabilità e coscienza del proprio potenziale»