Volute con forza dal Consorzio e dal sistema produttivo del Soave, stanno per diventare operative le norme che consentiranno una particolare attenzione alle viticolture storiche. Il Vinitaly sarà un’occasione importante per affrontare questo tema con Regione e Ministero, in questi giorni impegnati nella stesura del decreto applicativo dell’art 7 del Testo Unico del Vino. Evidente in questo particolare momento l’emergenza e lo stato di forte criticità delle viticolture storiche di collina quando non coinvolte nella produzione dei vini oggi più performanti. Si tratta di sistemi produttivi, come quello del Soave, caratterizzati da piccole aziende spesso a carattere familiare e da una viticoltura di collina in forte pendenza che ne impedisce la meccanizzazione, ma che nel tempo hanno significativamente concorso a far conoscere stili enologici e vitigni di grande identità. Le dinamiche commerciali che stanno ridisegnando la viticoltura rischiano di mettere in condizioni di marginalità questi areali storici che oltre a essere una risorsa economica importante per tante famiglie rappresentano icone paesaggistiche peculiari del vino italiano
Ora con questa serie di nuovi provvedimenti si potranno attivare fin da subito strumenti in grado di sviluppare con più efficacia ed efficienza il lavoro di chi fa viticoltura in condizioni svantaggiate se non eroiche. L’emanando provvedimento definisce infatti eroici i vigneti che ricadono in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o situati ove le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione o aventi particolare pregio paesaggistico e ambientale. Si definiscono invece storici i vigneti riconosciuti nel registro dei paesaggi rurali storici e vigneti caratterizzati dall’impiego di pratiche colturali tradizionali e sistemi di allevamento di antica origine fortemente caratterizzati e connessi ai sistemi sociali ed economici che li hanno prodotti.
«Grazie all’art. 7 del Testo Unico e al suo decreto applicativo, il lavoro fatto dal Consorzio e dalle aziende per il riconoscimento come primo paesaggio rurale di interesse storico si pone come requisito fondamentale per rientrare in specifiche azioni di tutela e salvaguardia poste in essere dallo Stato – afferma Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave – con la sua attivazione vi sono le basi per azioni concrete nel nostro comprensorio produttivo. Si tratta di una novità assoluta che oltre ad aprire nuovi scenari nel sistema vitivinicolo italiano che, anche a causa di una inefficace attuazione delle norme legate alla distribuzione delle nuove autorizzazioni d’impianto vede l’espansione dei vigneti sempre più verso la pianura e una più mirata distribuzione delle risorse nell’ambito della riconversione viticola.