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Soave è una delle aree agricole più intatte del Nord Italia. Per secoli, agricoltori e viticoltori hanno costituito la base per un’economia locale che ha prosperato e, a differenza di altre aree, non ha subito una trasformazione industriale o l’alterazione dei suoi paesaggi mozzafiato. Segni di cappelle, santuari, chiese punteggiano ancora nella pittoresca campagna soavese. Ci sono tre elementi principali che hanno contribuito a questo successo, il suolo, l’uva e le persone.
Il terreno unico, principalmente di origine vulcanica, combinato con un clima mite hanno dimostrato quali sono le condizioni perfette per la produzione di vini pregiati. La viticoltura a Soave, infatti, risale all’Impero Romano e divenne presto l’area di coltivazione prescelta. Infatti, Soave è la regione vinicola con la più alta densità di vigneti piantati in Italia. Anche se qui vengono coltivate due uve autoctone, è la varietà Garganega che ha trovato il suo habitat migliore e produce vini ineguagliabili per struttura e complessità. Il popolo Soave ha sopportato imperi, regni, guerre e minacce di industrializzazione moderna.
Il Soave è prodotto principalmente con la Garganega, ma fino al 30% di Trebbiano di Soave o Chardonnay sono ammessi nei vini DOC.
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Oggi sappiamo che il terreno di origine vulcanica ha molte caratteristiche uniche che lo rendono estremamente fertile e ideale per l’agricoltura.
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L’area storica di Soave, nota come Soave Classico, è una serie di colline e valli formate da una trasformazione geologica iniziata oltre 90 milioni di anni fa.